Come recita un antico adagio, almeno qui dalle mie parti, Se tuona, in qualche posto piove! e non è soltanto una previsione meteorologica.
La news era nell’aria da tempo così come, nel paddock, l’argomento era di comune dominio insomma, che Liberty Media, società americana già proprietaria della F1, e Dorna Sport Sl, detentrice dei diritti della MotoGp e non solo, avessero trovato l’accordo economico per l’acquisizione da parte della prima di quest’ultima oggi, sembra quasi una non notizia. Una operazione ricca, una operazione da 4,2 miliardi di dollari (si, avete letto bene …) che valgono l’86% della società spagnola. Una operazione da concludere entro il 2024 e che vedrà Carmelo Ezpeleta, il suo deus machina, rimanerne al timone, almeno questo si evince dalle dichiarazioni sparate sulla stampa, in qualità di CEO. La creatura nata nel lontano 1988, e che è cresciuta molto negli anni, cambia padrone mantenendo comunque il 14% del pacchetto azionario e con lei passa di mano anche la MotoGp. In realtà le cose stanno così: Dorna è solo la scatola che contiene i diritti della top class, della Moto3, 2, del WSBK, della MotoE, del mondiale femminile etc., è si la società che gestisce, produce ed organizza ma, la totalità delle quote appartiene a Bridgepoint e Canada Pension Plan Investment e, quindi, saranno queste due entità a cederle. Una operazione complessa che, è bene ricordarlo, è soggetta all’autorizzazione delle autorità competenti in materia di violazione delle norme di concorrenza che per il momento non si sono ancora espresse. Ma l’aspetto sul quale volevo soffermarmi non è quello economico-finanziario né, tanto meno, quello politico-sociale che ha estromesso gli arabi dall’acquisizione sia della F1 che della MotoGp anche se, per lo meno nelle quattro ruote, la presenza di Aramco, colosso mondiale del petrolio, è sempre più consistente. Non è la prima volta che chi aveva ed ha le mani in pasta nella F1 prova a portarsi via anche le moto, tentando di mettere tutto sotto la stessa ala. Nel 1992 per esempio, Bernie Ecclestone che con la creazione della FOM gestiva diritti televisivi, i premi, gli sponsor etc., mise gli occhi sull’allora Motomondiale ma il suo piano fu ampiamente osteggiato e, proprio questo, favorì in un certo modo l’evoluzione della Dorna che conosciamo oggi, facendo senz’altro la fortuna di Carmelo Ezpeleta. Sarebbe quindi interessante capire, realmente, il perché di questo grande interesse da parte di Liberty Media che, con la grande regia di Stefano Domenicali, presidente ed amministratore delegato di Formula One Group, ha chiuso questo accordo per l’acquisizione di Dorna Sport sl. A loro dire, MotoGp e WSBK possono vantare tantissimi appassionati e rappresentano un format globale capace di generare, precise parole di Greg Maffei a sua volta presidente e amministratore delegato di Liberty Media, un profilo finanziario altamente generativo di flussi di cassa. Bene, quindi puro business. Considerando la propensione degli americani al controllo sulle cose in generale, tanto da non esitare mai davanti al voler indirizzare gli eventi laddove a loro più vantaggioso, la storia insegna, mi viene da pensare che, anche se Carmelo Ezpeleta continua a ribadire che saranno due entità differenti, chi ci mette il grano voglia certamente metterci bocca. Memore di quanto accaduto ad Ecclestone quando vendette proprio a loro la F1, e che a suo dire lo avrebbero mantenuto al timone per due o tre stagioni, sempre che la memoria non mi inganni, mi sembra fu poi licenziarlo dopo pochi mesi; ecco, non mi stupirei se lo stesso accadesse anche al buon Carmelo, nonostante le sue rassicurazioni.
Checché se ne dica, il padre-padrone di Dorna, simpatico o meno che sia, di questo mondo sa molto ed a questo mondo è funzionale. Quindi, per andare sul concreto, quale sarà la strategia di Liberty Media per far quadrare i conti della MotoGp e consegnare ricchi dividendi ai propri azionisti? Cosa ci aspetta per i prossimi anni? Partendo dal presupposto che auto e moto sono due mondi completamente differenti sotto qualsiasi aspetto, la mia preoccupazione è relazionata in primis con la loro esperienza nella gestione di un paddock totalmente distinto e differente da quello della F1, con un valore economico infinitamente più basso e con modalità, anche per numero di team presenti e categorie, molto più grande. Non vorrei, per esempio, che l’equazione F1=MotoGp portasse alla considerazione che Moto3 e Moto2 rappresentino un peso, una inutile zavorra, costosa in termini di spazio sui satelliti, non in grado di generare quel business sperato e divoratrici di fettine di torta, di una torta che andrebbe divisa in troppi commensali. Già oggi, degli oltre 50 mln di euro che Dorna paga ai team, nemmeno il 10% viene destinato alla totalità delle squadre delle Moto2 e 3. Altra cosa: come si predisporrà un mondo abituato a convivere con la, passatemi il termine in senso bonario, Cupola Ezpeleta rispetto a un mondo più ricco capace di generare continuamente manager affidandogli finanche la gestione dei parcheggi? Si perché la gestione degli affari Dorna vede in tutti i punti chiave non solo persone vicinissime a Carmelo, ma spesso quelle caricate sul suo stato di famiglia. Ed ancora, come si comporteranno i team, abituati a ricevere finanziamenti diretti dalla Dorna che però, nel caso delle squadre della MotoGp, neppure vedono? Che fine farà il braccio armato di Dorna Sport Sl, la IRTA? Ultimo, ma non ultimo, come si relazionerà Liberty Media con la FIM che notoriamente ha meno peso rispetto alla FIA in F1? Già, perché anche adesso con Dorna, non è che la parola del presidente Viegas rispetto agli interessi della MotoGp, al di là delle bellissime foto sorridenti a braccetto con Carmelo, conti moltissimo e riesca a muovere gli interessi dei costruttori. In fin dei conti la Dorna gli ha pagato, e dovrà continuare a farlo, diritti milionari per anni e quindi … Ma se tutto questo non bastasse, c’è di più: in un mondo abituato a gestire business ultra milionari, quello della F1, come verranno gestiti gli sponsor in MotoGp? Lo chiedo perché a fronte della tanta visibilità che hanno oggi per esempio gli energy drink, nelle quattro ruote questo equivarrebbe ad esborsi con molti più zeri. Insomma, sempre secondo me, la ricetta F1 non è così facilmente esportabile e cucibile addosso alla MotoGp. La fase di transizione sarà fondamentale e dovrà tenere conto della necessità di non stravolgere un mondo, quello delle due ruote, fatto di regole proprie. Non voglio arrivare a dire che auto e moto sono come l’acqua e l’olio, impossibili da mescolare, ma non si potrà non tenere conto delle infinite diversità. Se è vero che il comun denominatore è lo spettacolo, quello fatto di lustrini e paillettes, al quale piano piano ci stanno facendo abituare per ciò che concerne le auto, non credo sia cosi accettabile dai motociclisti. Ma se si vuol sfruttare al meglio questa che comunque è una grande opportunità per il nostro sport, noi stessi, noi che ci operiamo e ci lavoriamo, dovremo fare un sforzo concreto, dovremo essere ben predisposti ad aprire la mente e non trincerarci dietro al voler preservare l’orticello. Da un punto di vista di comunicazione poi sarà tutto da inventare. La parola d’ordine dovrà essere, inesorabilmente, professionalità. E badate bene, fin’ora abbiamo parlato soltanto di MotoGp ma nella scatola c’è per esempio anche la SBK e lì, se c’è la volontà di riportarla agli antichi splendori, hai voglia quanto c’è da fare partendo per esempio dai regolamenti. Insomma, se per la MotoGp è previsto lo scimmiottamento della F1, è mia convinzione che non ci aspettano tempi rosei ma se, tutti insieme, vecchi e nuovi, si cercheranno soluzioni logiche e perseguibili, i risultati non potranno che essere positivi. Ho la fortuna di aver attraversato questo mondo durante più di trent’anni e quindi c’ero prima di Dorna, durante e mi sembra che ci sarò dopo; il lavoro di Carmelo Ezpeleta è stato incredibile e bisogna riconoscere che anche la professionalità ne ha guadagnato moltissimo ma, tutto è stato fatto diluendo gli interventi nel tempo. Tutto e subito è una formula magari facile da attuare ma difficile per intuirne le conseguenze. Stars and Stripes sono perfette per il business esattamente come lustrini e paillettes sono inutili per mettere il ginocchio a terra con il Gas a Tope!